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La crescita delle insolvenze nello scenario post Covid-19

La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia mondiale in un passaggio già di per sé delicato: le insolvenze aziendali del 2020 sono quindi inesorabilmente destinate ad aumentare.

Questo dato è ormai indubbio, con diversi studi che quantificano in modo differente i tassi di insolvenza che si potrebbero raggiungere. Basti pensare, per esempio, alle parole di Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, commentando le misure messe in campo dal governo dal punto di vista fiscale per l’emergenza Covid-19: «i tassi di insolvenza potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10%».

A rendere doppiamente difficile la situazione è, come anticipato, il momento complicato che l’economia internazionale si trovava ad affrontare ancor prima dell’emergenza sanitaria, prima quindi di concentrarsi sulle insolvenze per coronavirus.

Le previsioni sulle insolvenze 2020

I vari studi del settore, prima dell’emergenza, e quindi senza tener conto delle insolvenze causate dal coronavirus, prevedevano un leggero ma consistente aumento delle insolvenze nel 2020, proseguendo cioè lungo la linea tracciata dal trend del 2019.

La situazione, come anticipato, era già di per sé tesa: durante i primissimi giorni di marzo, quando quindi la crisi sanitaria era di fatto concentrata nella sola Cina, le previsioni delle insolvenze aziendali all’interno delle economie aziendali viaggiavano abbondantemente oltre il 2%, andando a distanziarsi in modo significativo dall’1,4% calcolato nel 2019.

Quali sono le cause di questo trend decisamente negativo per quanto riguarda le insolvenze aziendali tra 2019 e 2020, ancor prima dello scoppiare della pandemia Covid-19 a livello internazionale? I fattori sono tanti, taluni contrastanti.

Verso la fine del 2019 facevano ben sperare i miglioramenti riguardanti i colloqui commerciali tra Repubblica popolare cinese e Stati Uniti, nonché per esempio la resilienza delle aziende tedesche. Già a inizio 2020, però, ci si è scontrati con fattori avversi, con il diffondersi del coronavirus che ha messo in estrema difficoltà aree già di per sé a rischio, a partire dall’automotive. E se prima le revisioni in ribasso rispetto alla crescita del PIL si sono concentrate sul solo versante asiatico, nelle settimane seguenti l’operazione si è inevitabilmente ripetuta anche per le altre economie.

Di fronte a una così difficile situazione per il commercio a livello globale, è impossibile non prevedere un aumento dell’insolvenza nel 2020, in parallelo a un aumento dei fallimento delle imprese. Va peraltro ricordato che, in Europa occidentale, i fallimenti nel corso del 2019 erano calati, seppur debolmente: la prima metà del 2020 ha però interrotto in modo brutale questo trend positivo, con un aumento dei casi dato per scontato ancor prima della crisi sanitaria.

A spingere in tal senso c’erano e ci sono, per esempio, le difficoltà britanniche, con l’incertezza dovuta all’approssimarsi dell’uscita dall’unione doganale, nonché la decelerazione di Danimarca e Svezia. Per quanto riguarda l’Italia, va sottolineato, prima del coronavirus si prevedeva una stagnazione dei fallimenti aziendali, passaggio fisiologico dovuto all’arresto dell’economia. Questi scenari non possono che risultare peggiorati in modo netto dopo le lunghe settimane di lockdown.

Le insolvenze in relazione al Coronavirus

La solvibilità delle aziende non poteva essere definita ottimale a inizio 2020: ora, dopo lo shock economico che ha colpito tantissime imprese sane, non può che essere ricalcolata al ribasso.

Certamente il calo del PIL reale italiano del primo trimestre, del – 4,7%, rappresenta solo la punta dell’iceberg, con previsioni per il secondo trimestre che parlano di una decrescita superiore al 16%. Diventa quindi fondamentale per le imprese tutelare in modo particolare i propri interessi economici, affidandosi a degli esperti in grado di offrire un’ampia gamma di strategie per il controllo e recupero del credito commerciale e privato insolvente.