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Prescrizione bollette luce e gas: nuovi termini a partire da gennaio 2021

Le bollette della luce e del gas sono soggette a prescrizione. Una volta scaduti i termini, i fornitori non possono più chiedere agli utenti in ritardo con i pagamenti di saldare i debiti. La nuova legge sulle bollette è stata introdotta grazie alle delibere n. 97/2018, n. 264/2018 e n. 569/2018/R/com dell’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente (ARERA). In questo modo è stato attuato quanto la Legge di Bilancio 2018 aveva stabilito in precedenza.

Cosa significa, quindi, per i cittadini? Nei seguenti paragrafi spieghiamo cos’è la prescrizione, quali sono i nuovi termini di prescrizione per le bollette di luce e gas da gennaio 2021 e quando è possibile fare la contestazione.

Caduta in prescrizione delle bollette: cosa significa

La prescrizione è l’estinzione di un diritto che il titolare non ha esercitato per il tempo determinato dalla legge. Si tratta, quindi, di una scadenza stabilita dalla legge oltre la quale il credito non può essere più preteso. Nel caso delle bollette di luce e gas, la prescrizione si riferisce al diritto di pagamento di una fattura relativa a un periodo passato. Trascorso un determinato periodo di tempo, se l’utente non riceve alcun avviso di pagamento, il fornitore non può più chiedere il versamento dell’importo in questione.

Quando vanno in prescrizione le bollette di luce e gas?

Con le disposizioni dell’ARERA sono stati stabiliti nuovi termini entro i quali le bollette scadute e non pagate cadono in prescrizione. Inizialmente la normativa della Legge di Bilancio 2018 stabiliva un decorso di 5 anni, ma con i provvedimenti più recenti il periodo della caduta in prescrizione è stato ridotto. In particolare, a partire dal 1° gennaio 2021 la scadenza dei termini di prescrizione per le bollette di luce e gas è fissata a 2 anni. Trascorsi i 2 anni, i creditori non possono richiedere agli utenti l’importo delle bollette non pagate se non hanno ricevuto avvisi, solleciti o messa in mora nell’arco di tempo stabilito dalla legge.

Va specificato, però, che i termini di prescrizione variano in base alla tipologia di fornitura erogata. Inoltre, bisogna considerare che il calcolo del termine di prescrizione inizia a a partire dal giorno successivo alla data di scadenza della bolletta. Se il termine di prescrizione corrisponde a un giorno festivo, la scadenza viene estesa fino al primo giorno non festivo.

Prescrizione bollette luce

In merito alla fornitura di luce ed energia elettrica, l’ARERA ha disposto che le bollette emesse a partire dal 1° marzo 2018 cadono in prescrizione dopo 2 anni. Le bollette della luce emesse invece in un periodo precedente hanno termini di prescrizione di 5 anni. Lo stesso discorso vale anche per i conguagli della luce.

Prescrizione bollette gas

Riguardo alla fornitura di gas, l’ARERA ha stabilito che le bollette emesse a partire dal 2 gennaio 2019 cadono in prescrizione dopo 2 anni. Per le bollette del gas emesse nei periodi precedenti, invece, il termine di prescrizione è di 5 anni.

Bollette pagate: per quanto tempo bisogna conservarle?

Se il fornitore di luce o gas chiede l’importo di una bolletta già pagata, bisogna essere in grado di dimostrare che il saldo è stato effettuato. La dimostrazione varia in base alla modalità di pagamento adottata: è necessaria la copia del bollettino postale o della ricevuta della transazione effettuata online.

Dopo che è avvenuta la prescrizione, però, non si è costretti a conservare le ricevute di pagamento delle bollette. Questo perché le società fornitrici di servizi non possono richiedere il pagamento una volta scaduti i termini per la riscossione. Anche nel caso delle bollette non pagate a causa della prescrizione non bisogna preoccuparsi di conservarle: se i fornitori non possono dimostrare di aver comunicato avvisi o solleciti di pagamento attraverso raccomandate a/r o posta certificata, l’utente non è da ritenersi debitore.

Come contestare le bollette gas e luce in prescrizione

Se si è certi che le bollette siano cadute in prescrizione, non si ha l’obbligo di rispondere alle richieste di pagamento inviate dai fornitori. Tuttavia, per evitare di continuare a ricevere solleciti di pagamenti relativi a fatture ormai decadute, conviene rispondere attraverso la posta certificata (PEC) o una raccomandata con ricevuta di ritorno. In questo modo è possibile accertarsi dell’invio della contestazione e dimostrare di aver seguito la procedura corretta.

Il messaggio di contestazione deve contenere:

  • i dati anagrafici dell’intestatario della bolletta;
  • codice POD per la bolletta luce o codice PDR per la bolletta gas;
  • la motivazione della contestazione;
  • una copia del documento di identità;
  • la fattura o il sollecito ricevuto oltre i tempi stabiliti dalla legge;
  • ricevuta di pagamento (se conservata).

Prescrizione bollette dopo 2 anni: cosa succede con il recupero crediti?

I tempi relativi alla prescrizione delle bollette si sono ristretti, passando da 5 a 2 anni. Per i fornitori è quindi necessario sollecitare rapidamente gli utenti che non hanno pagato le somme dovute, evitando di perdere il diritto alla riscossione del proprio credito. Di conseguenza, i tempi di prescrizione ridotti esortano i fornitori a muoversi con tempestività e competenza, qualità che spesso conviene ricercare in aziende che si occupano di gestione del credito.

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