La chiusura dell’anno fiscale si avvicina, e con l’approssimarsi di questa incombenza sono tantissime le aziende italiane, di qualsiasi dimensione, che si trovano di fronte alla presenza di crediti insoluti.
In alcuni casi si tratta di crediti pesanti, ma con un ritardo contenuto. D’altronde, come sottolineato da un’indagine Euler Hermes, in Italia per incassare una fattura ci vogliono mediamente 83 giorni, rispetto a una media mondiale di 66 giorni (dietro al nostro Paese, e peraltro di poco, si posizionano solamente Grecia e Cina).
Altre volte, invece, si tratta di crediti insoluti ormai datati, per i quali la speranza di un recupero interno è ormai ridimensionata o del tutto sfumata.
La presenza di questi crediti mina, ovviamente, la presentazione del bilancio annuale, con tutte le conseguenze negative tipiche di questa situazione: per aiutare le aziende in questo passaggio delicato c’è l’opportunità della cessione dei crediti in modalità pro soluto, affidandosi quindi a delle società autorizzate all’acquisto di crediti commerciali.
La cessione pro soluto e la cessione pro solvendo: la differenza
Tutte le imprese che si avvicinano per la prima volta alla cessione del credito si interrogano sulla differenza tra la soluzione pro soluto e la soluzione pro solvendo.
In effetti la distinzione tra queste due tipologie di cessione del credito è piuttosto semplice: a distinguere una formula dall’altra è l‘obbligo che il cedente ha nell’eventualità di un mancato recupero del credito.
Un’impresa che opta per una cessione pro soluto, infatti, trasferisce al cessionario non solo il credito, ma anche il rischio del mancato recupero di questo.
Una volta ceduto il credito con questa soluzione, l’impresa non deve più interessarsene o preoccuparsene in alcun modo, in quanto il soggetto che acquista il credito non potrà rivalersi su di essa in nessun caso, nemmeno nell’evenienza in cui il debitore risulti non essere disponibile per la riscossione del credito dovuto.
È diverso, invece, il caso della cessione pro solvendo: con questa formula, se il credito ceduto risulta inesigibile, il cessionario può rivalersi sull’impresa cedente.
I vantaggi della cessione del credito pro soluto
Indubbiamente, la cessione del credito pro soluto presenta numerosi vantaggi per le piccole e medie aziende, soprattutto in vista della chiusura dell’anno fiscale.
Il primo beneficio è ovviamente quello relativo al recupero della liquidità precedentemente immobilizzata, così da migliorare in modo concreto la situazione del bilancio dell’impresa. Non bisogna dimenticare, infatti, che il bilancio è un elemento fondamentale per la valutazione di un’impresa, a partire dalla determinazione del rating aziendale e della Probability of Default.
La cessione del credito pro soluto migliora inoltre la Posizione Finanziaria Netta dell’impresa, nonché la sua redditività, e permette un netto risparmio sulle imposte, eliminando parallelamente i costi amministrativi per la gestione del credito.
Una cessione pro soluto, con l’avvicinarsi della chiusura dell’anno fiscale, si traduce quindi in una boccata d’aria fresca per le aziende commerciali, artigiane, industriali o finanziarie, che possono approfittare di questa possibilità per cedere crediti singoli o pacchetti.