Per comprendere appieno la prescrizione dei crediti è necessario esaminarla nel suo complesso. L’articolo 2934 del Codice civile parla dell’estinzione di un diritto dovuta all’inerzia del titolare.
Esistono diritti che non cadono mai in prescrizione, e che restano quindi tali per sempre, a prescindere da un’eventuale inerzia del titolare: ricadono in questa categoria, in generale, tutti i diritti verso i quali non si può compiere nessuna azione di disposizione o di rinuncia, a partire dai diritti di status, familiari e via dicendo.
La legge prevede diverse motivazioni per la prescrizione: dal non voler vedere affiorare pretese antiche dopo lunghissimi periodi di silenzio, fino alla serpeggiante e sottaciuta volontà di “punire” la negligenza di chi dimentica di esercitare in tempo il proprio diritto.
Affinché si possa effettivamente parlare di prescrizione, dunque, ci deve essere un diritto che, pur potendo essere esercitato da un soggetto, non viene sfruttato per un periodo stabilito dalla legge. Vediamo ora, più nello specifico, come è normata la prescrizione dei crediti in Italia.
Le tempistiche della prescrizione dei crediti
Casi standard
I termini di prescrizione variano di caso in caso. In linea di massima, come stabilito dall’articolo 2946 del Codice civile, il termine di prescrizione ordinario è di 10 anni. Si contano, però, tantissime eccezioni: sarebbe quindi da ingenui pensare che tutti i propri diritti possano restare tali come minimo per 10 anni.
Il linea di principio, bisogna tenere dunque a mente che il termine per la prescrizione è di un decennio per tutti i crediti per i quali la legge italiana non dispone in modo diverso. Nello specifico, la prescrizione è di 10 anni per tutti i debiti derivanti da contratti o atti leciti; si abbassa invece a 5 anni per tutti i debiti conseguenti ad atti illeciti, come per esempio per il danneggiamento di una proprietà o di una persona.
Casi particolari
Prima di vedere i casi particolari dei limiti della prescrizione dei crediti è bene sottolineare che la prescrizione inizia a decorrere nel momento stesso in cui quel diritto può essere fatto valere dal creditore.
Sono soggetti alla prescrizione di 5 anni i crediti per il pagamento di un canone di locazione, delle rate dei mutui, delle dichiarazioni dei redditi, delle spese condominiali, delle multe, delle spese di ristrutturazione e in generale, come anticipato, del risarcimento dei danni derivanti da un fatto illecito.
La soglia si abbassa a soli 3 anni per i crediti derivanti da prestazioni professionali, per la tassa automobilistica e per il diritto dei notai.
Si scende a 2 anni per le bollette di luce, acqua e gas, e a un anno per il diritto al pagamento dei premi assicurativi, delle rette scolastiche, degli abbonamenti a palestre e piscine nonché per il diritto dei farmacisti a esigere il pagamento dei medicinali.
Si riduce a 6 mesi il limite di prescrizione per quanto riguarda i crediti degli albergatori.
Come evitare la scadenza del credito
Il creditore che non vuole incorrere nella prescrizione del proprio diritto deve prestare attenzione all’anzianità del credito, muovendosi in modo da dimostrare in modo chiaro di voler esercitare il proprio diritto.
Con un sollecito di pagamento mediante raccomandata, il periodo trascorso precedentemente a questa interruzione viene di fatto cancellato, annullando i termini di prescrizione.
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