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Le fasi del recupero crediti: dalla prevenzione al pignoramento

Imprese grandi, medie, piccole e micro, di qualsiasi settore: in modo continuativo o sporadico, qualsiasi tipo di impresa si trova, prima o dopo, ad avere a che fare con la funzione di recupero crediti. Ma come si articola questa particolare attività? Quali sono le fasi principali che la compongono? E come è possibile individuare e valutare i beni sui quali soddisfare il proprio credito in caso di mancato pagamento?

Recupero crediti per PMI: il controllo degli incassi

Per ottimizzare il processo di recupero crediti è importante partire dall’inizio e operare in modo strategico, ancor prima che si parli a tutti gli effetti dell’esistenza di crediti. Questo meccanismo è prassi comune nelle aziende di una certa dimensione, mentre è ancora in parte trascurato dalle imprese più piccole, che tendono a non effettuare un’attività importante come il periodico controllo degli incassi.

Così facendo, ovviamente, delle somme che – agendo tempestivamente – potevano essere recuperate, diventano a tutti gli effetti delle perdite economiche. E non è tutto qui: oltre al controllo degli incassi è necessario programmare anche un’attenta attività di sollecito dei pagamenti, la quale tra l’altro ha il compito di ridurre al minimo il crescere dei singoli debiti nei contratti ad esecuzione periodica.

Le cinque fasi del recupero crediti

  1. Sollecito – come anticipato sopra, attraverso questo procedimento si sottolinea l’avvenuta scadenza e si danno istruzioni sul pagamento da effettuare;
  2. Richiesta di pagamento –  solitamente accompagnata dalla somma degli interessi aggiuntivi e dei costi accessori;
  3. Secondo avviso di pagamento – in caso di mancato riscontro del primo;
  4. Citazione in giudizio – per il recupero forzoso del debito e per dare un forte segnale al debitore;
  5. Procedura di pignoramento – è l’estrema ratio del recupero del credito, ovvero l’appropriazione forzata di un bene mobile o immobile per rientrare di quanto dovuto.

La valutazione dei beni del debitore

Abbiamo visto quelle che sono le principali fasi di una procedura legale di recupero crediti. Va però sottolineato che, ancor prima di arrivare agli atti processuali, è consigliabile effettuare una meticolosa valutazione del patrimonio del debitore. Se, al momento del decreto ingiuntivo, il debitore non ha possedimenti tali da risarcire il creditore, la procedura non può ovviamente avere un buon esito.

È dunque consigliabile raccogliere quanti più dati possibile sul suo patrimonio, a partire dalle proprietà immobiliari, per poi passare ai beni mobili, ai conti correnti, ai titoli, alle quote societarie, ai conti correnti e ad altri beni da mettere all’asta. Potrebbe poi essere molto utile conoscere la situazione lavorativa e l’eventuale datore di lavoro del soggetto, così da poter richiedere, in caso, il pignoramento di un quinto dello stipendio (laddove lavoratore dipendente) o della pensione (laddove pensionato).

Non basta però individuare i beni del creditore, in quanto bisogna sempre mettere in conto la possibilità che quest’ultimo si separi dalle sue proprietà nei giorni precedenti all’esecuzione forzata. Alla luce di questa possibilità si rende dunque necessario valutare e classificare i beni anche in base alla possibilità che questi possano sottrarsi al pignoramento. Non è da sottovalutare, infine, nemmeno l’eventualità che altri creditori si facciano sotto per vedere azzerati anche i propri crediti, compromettendo in taluni casi il successo stesso della procedura.

 


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