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Ecco come verificare l’affidabilità e la solvibilità di un’azienda

Un cliente, un fornitore, un partner: soprattutto quando si parla di cifre importanti, prima di dare il via a qualsiasi nuova relazione commerciale, è necessario valutare con attenzione l’affidabilità dell’azienda in questione. Questo è sempre stato consigliabile, ma negli ultimi anni, dopo la crisi economica, il monitoraggio della solvibilità dei clienti e dei fornitori è diventato praticamente obbligatorio, per esser certi di non andare incontro a dei rischi eccessivi, che potrebbero mettere a repentaglio imprese altrimenti in perfetta salute.

Chi non dedica la giusta attenzione all’affidabilità delle aziende clienti, infatti, rischia concretamente di non vedersi pagare i propri prodotti o i propri servizi entro i termini pattuiti, andando incontro a dei dissesti finanziari non trascurabili, che talvolta possono essere fatali. Discorsi simili, ovviamente, si possono fare anche a proposito della solvibilità di partner e fornitori.

Come si può capire se un’impresa è affidabile?

Per non correre dei rischi inutili è dunque raccomandabile valutare l’affidabilità e quindi la solvibilità delle aziende con cui si intende avviare dei affari. In molti casi non si può però pretendere dai clienti una copia dei bilanci, né un riassunto della loro situazione contabile, se non al prezzo di apparire eccessivamente diffidenti. Come si può agire con discrezione, dunque, per avere la certezza che un’azienda sia affidabile?

1) Verificare l’iscrizione all’Ufficio delle Imprese

Quando si ha a che fare con un’azienda sconosciuta, della quale si sa poco o nulla, il primo passo da fare per capire se ci si trova di fronte ad una realtà affidabile è quello di verificare la sua effettiva iscrizione presso l’Ufficio delle Imprese. Si potrebbe pensare che questa misura di sicurezza sia esagerata, eppure, per essere certi di non andare incontro a situazioni grottesche, questa operazione è certamente consigliabile, non fosse che richiede un dispendio minimo di tempo.

Per farlo è sufficiente essere in possesso della partita Iva, del Codice Fiscale o REA dell’impresa interessata, oppure, passando per la Camera di Commercio, dei dati personali del nostro contatto. In questo modo, in pochi minuti, si potrà sapere con certezza se l’impresa in questione ‘esiste’. Questa informazione di base non è certamente sufficiente, ma può essere un buon punto di partenza.

2) Monitorare protesti e pregiudizievoli

Il secondo step per verificare l’affidabilità di un’azienda è quello di richiedere – per mezzo del Registro Informatico Protesti delle Camere di Commercio – la visura protesti dell’impresa di interesse. Tale registro, infatti, contiene tutti gli effetti insoluti a carico delle aziende e delle persone rilevati dagli istituti di credito italiani. In questo modo si potrà scoprire, senza impensierire l’azienda, se quest’ultima ha già avuto problemi con cambiali, vaglia e assegni. Fatto questo, si potrà passare all’analisi degli eventuali pregiudizievoli, ovvero fallimenti, pignoramenti, ipoteche giudiziali, sequestri conservativi e via dicendo. Così facendo si potrà avere una prima importante visione sulla solvibilità dell’azienda, sia questa un cliente, un fornitore oppure un potenziale partner.

3) L’analisi del bilancio

Per avere una completa valutazione economico-finanziaria di un’impresa è necessario poter visionare una copia dei bilanci depositati: già ad una prima occhiata si potrà così comprendere se l’azienda è in crescita, in stagnazione oppure in recessione. Va però sottolineato che, nella maggior parte dei casi, ogni dato – di per sé – non è profondamente significativo, almeno fino a quando non viene confrontato o messo in relazione con gli altri.

Si pensi per esempio alla crescita dei debiti nei confronti delle imprese fornitrici: tale dato potrebbe essere il segnale di una importante difficoltà finanziaria, oppure di un ottimo rapporto di fiducia, fondato su anni di ottimi affari, con i propri fornitori. Altre informazioni essenziali sono da individuare nella eventuale presentazione di debiti nei confronti di banche, o ancora, di variazioni importanti nella consistenza del magazzino, o di variazioni curiose lungo le serie storiche.

Esistono poi dei ratio classici utilizzati da applicare per comprendere la solvibilità di un’azienda confrontando due dati distinti, come per esempio il rapporto tra l’EBITDA e la Posizione Finanziaria Netta, usato per valutare l’indebitamento finanziario di un’azienda. In questo caso si va a dividere il valore relativo alla ‘Differenza tra valore e costi di produzione’ con la somma dei debiti finanziari aziendali, al netto della cassa: maggiore sarà il risultato, più alto sarà il livello di solvibilità dell’azienda.

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