Nell’ultimo periodo, aspettando l’introduzione del nuovo DDL “Misure per il recupero dei crediti insoluti nella pubblica amministrazione” e la definitiva abolizione di Equitalia, è tornato di grande attualità il tema dei debiti delle amministrazioni locali.
Gli interventi previsti dal decreto
Il DDL 2263, in approvazione al senato, offre per la prima volta un quadro organico di regole relative alla riscossione dei crediti per gli enti locali e mette al centro un tema chiave come quello dell’anzianità dei crediti: più si allunga il periodo nel quale il tributo non viene recuperato più diminuiscono le possibilità per l’ente locale di incassare.
Attualmente in media trascorrono 2 anni e mezzo tra la fase di accertamento e l’iscrizione a ruolo di un tributo, durante questo lasso di tempo il credito viene sostanzialmente abbandonato, perdendo quindi di valore giorno dopo giorno e aumentando poi le problematiche relative ad irreperibilità dei debitori e contestazioni.
Il decreto legge ha l’obiettivo di agevolare la riscossione dei crediti per gli enti locali, trasformando in regola l’esternalizzazione della fase stragiudiziale, affidandosi a società private prima di ricorrere alla riscossione coatta.
Non è certo una novità che molti enti locali non possiedano il know how necessario per le gestione e il recupero dei crediti, e infatti molti di questi vengono iscritti a ruolo dopo l’invio di una sola lettera, rendendo preferibile il ricorso alla consulenza esterna.
La possibilità di far gestire in outsourcing la fase stragiudiziale è già utilizzata da una minoranza di comuni i quali affermano di aver ottenuto grandi risultati in termini di tempistiche di incasso, di riduzione degli insoluti iscritti a ruolo e di incremento di performance.
L’esternalizzazione consente inoltre di limitare il fondo di garanzia a copertura dei crediti che gli enti locali sono tenuti ad accantonare, avrà sicuramente un impatto sociale positivo a favore dei contribuenti puntuali ed onesti che si troveranno minori aumenti di imposte e favorirà la lotta all’evasione fiscale attraverso un’attività di recupero crediti per gli enti locali più certa e attenta.
Si tratta di uno strumento normativo altamente innovativo che avrebbe ricadute positive per tutti e soprattutto per i contribuenti.
Il futuro dopo Equitalia
In termini numerici attualmente ci sono 3600 comuni serviti da Equitalia mentre il resto si affida ad altri operatori del settore. Il 90% dei carichi iscritti a ruolo è sotto i mille euro, quindi somme da riscuotere di modesto valore per le quali è consigliabile agire rapidamente durante la fase bonaria, mentre in totale sono 50 miliardi i residui attivi presenti nei bilanci degli enti locali, corrispondenti a milioni di posizioni da gestire.
È poi emerso che la P.A., purtroppo, non esegue con adeguata frequenza una valutazione dei costi e dei benefici, optando per soluzioni più “comode” nel breve periodo. In questo scenario l’attività di supporto alla riscossione delle entrate locali può essere affidata dai comuni anche alle società che non sono iscritte all’albo ministeriale, perché l’iscrizione è imposta solo per i soggetti ai quali la riscossione viene affidata in concessione.
Con l’attività di supporto, le amministrazioni pubbliche mantengono la titolarità, la direzione e il controllo, con l’assunzione di responsabilità da parte del funzionario responsabile del comune su tutte le attività svolte dall’aggiudicataria.
Sulla riscossione delle entrate pubbliche degli enti locali ha manifestato la sua opinione anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con una nota del 25 settembre 2014, chiarendo che i soggetti che operano nel settore del recupero crediti delle entrate comunali non possono subire limitazioni nella partecipazione alle gare per l’affidamento del servizio di riscossione, a meno che non vi siano specifiche esigenze e adeguate motivazioni che devono essere esternate nel bando.
Ciò garantisce che anche gli operatori del settore possano partecipare alle gare senza ostacoli di sorta e possano presentare le loro offerte in una situazione di libera concorrenza.