Allerta crediti esteri! Con il prolungarsi della situazione d’emergenza in Europa, l’attività di recupero crediti all’estero torna più che mai al centro della vita fiscale di un’azienda. Ma quali sono le problematiche reali legate alla buona riuscita del recupero crediti all’estero? E come fare per proteggersi al meglio da eventuali ostacoli? Ne parliamo qui.
Recupero crediti all’estero: un’attività fondamentale
Pandemia da Coronavirus, eventi bellici nell’Est Europa: il prolungarsi della situazione d’emergenza nella zona europea porta l’attività di recupero crediti all’estero più che mai al centro della vita fiscale di un’azienda e al buon funzionamento organico della stessa, evidenziando numerose problematiche legate alla buona riuscita di tali operazioni.
Difficoltà nel provare la sussistenza del credito, contratti a volte mancanti, difficile reperimento di informazioni sulla solvibilità del debitore, individuazione del giudice competente: sono solo alcuni degli ostacoli, in verità piuttosto comuni, legati al recupero crediti all’estero delle aziende italiane. Ecco perché è fondamentale sia attenersi ad alcune best practices che informarsi accuratamente sui propri diritti in materia, sanciti da apposite leggi europee. La buona notizia? L’Italia si è recentemente adeguata al regolamento UE n°655/2014, stilato con lo scopo di semplificare le operazioni di recupero crediti all’estero per i creditori del nostro paese.
Ecco dunque qualche consiglio per affrontare al meglio il recupero crediti all’estero della propria azienda.
Recupero crediti all’estero: le cose da tenere a mente
Primo, fondamentale passo per avviare il procedimento di recupero crediti all’estero è raccogliere tutta la documentazione in proprio possesso che attesti la sussistenza del credito da parte del soggetto estero. In seconda battuta, sarà imprescindibile affidarsi a un esperto del settore per ottenere una valutazione competente e specializzata del proprio caso.
Raccolte tutte le prove a proprio favore, si dovrà individuare il giudice competente per amministrare la controversia. Solo a questo punto l’avvocato del creditore potrà procedere a inviare una lettera di diffida alla parte debitrice. Nel caso la diffida non riceva risposta né conseguente pagamento, si procederà allora per vie giudiziarie, il cui esito finale potrebbe anche essere il pignoramento dei beni del debitore.
Trucchi e consigli per il recupero crediti all’estero
Il recupero crediti all’estero può rivelarsi una procedura complicata e piuttosto lunga, il che è sempre inauspicabile in situazioni di stallo e/o insolvenza creditizia. Ecco perché, al fine di semplificare e snellire il processo, consigliamo di eseguire alcune operazioni preliminari:
- Far sempre certificare da contratto scritto l’esistenza del credito: tale documento si aggiungerà alle prove a vostro favore al momento della riscossione del credito.
- Prima di chiudere un affare con un cliente estero, verificarne sempre identità e dati fiscali, così da minimizzare il rischio di incappare in futuri clienti insolventi.
- Verificare se il cliente appartenga o meno alla zona dell’Unione Europea. Nel caso, sarà infatti possibile contemplare il sequestro conservativo dei conti bancari del debitore, altrimenti non applicabile fuori dallo spazio dell’Unione.
- Se vicini alla fase di processo per insolvenza, eseguire approfondite indagini patrimoniali sul debitore estero, al fine di individuarne boni mobili o immobili che possano coprirne il debito.
Recupero crediti all’estero: affidarsi sempre ai migliori professionisti
Come abbiamo visto, il processo di recupero crediti all’estero è tutt’altro che banale. Per questo, il nostro consiglio è quello di affidarsi sempre ai migliori esperti in materia, così da velocizzare i tempi e assicurarsi di ottenere i risultati più adeguati.
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