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Gestire e ottimizzare il cash flow aziendale al meglio: come fare?

Un’azienda, pur generando degli ampi margini di profitto, può trovarsi improvvisamente in sofferenza, e quindi in una pericolosa situazione di scarsità di denaro. Diventa quindi difficile pagare i fornitori, i dipendenti e le tasse, e tutto a causa non di un’assenza di profitto, quanto di un capitale operativo negativo.

Questa, va sottolineato, non è affatto una situazione rara: nella maggior parte dei casi, infatti, le aziende falliscono proprio per via di situazioni negative di capitale operativo. Si capisce dunque che è fondamentale – per qualsiasi tipo di business, dal freelance alla grande impresa – mantenere una costante gestione dei flussi di cassa, mirando all’ottimizzazione del cash flow.

Una definizione di flusso di cassa

Il concetto di flusso di cassa, conosciuto anche con il termine anglosassone cash flow, non è di immediata comprensione. Molto spesso si tende infatti a confondere il cash flow con l’utile netto, rendendo di fatto impossibile una vera analisi dei flussi di cassa. Va quindi specificato che con il termine cash flow si indica la differenza tra le entrate e le uscite monetarie, e quindi l’insieme della liquidità che una data azienda possiede in un preciso momento.

Cosa NON è il cash flow

Quando si parla di flussi di cassa non si intendono quindi il fatturato o l’utile. Se infatti quest’ultimo è il risultato della differenza tra costi e ricavi, non si può pretendere – nel mondo reale – che questa cifra corrisponda all’effettiva liquidità dell’azienda, la quale deve fare i conti con la dilazione dei pagamenti da parte dei clienti, con i ritardi, con i debitori e via dicendo.

Quel che conta, insomma, è il reale cash flow, e non l’utile, come ben riassume il noto motto inglese: “Turnover is vanity, profit is sanity but cash is reality!”.

Come gestire (e ottimizzare) il cash flow aziendale

L’obiettivo di qualunque azienda, quindi, deve essere quello di avere un cash flow positivo, indice di una crescita della liquidità del business. In questa situazione l’impresa è infatti in grado di pagare senza problemi i propri dipendenti e i proprio fornitori, di saldare eventuali debiti e di effettuare eventuali investimenti.

Il primo e più importante passo per ottimizzare il flusso di cassa è quello di monitorare costantemente la situazione aziendale, analizzando i principali indicatori di cash flow, così da prevedere tempestivamente eventuali situazioni di pericolo. Indispensabile, dunque, annotare segnali come:

  • riduzione delle vendite
  • importanti crediti non riscossi
  • aumento delle giacenze in magazzino
  • investimenti rischiosi

Per evitare pericolose situazioni di flusso di cassa negativo è di primaria importanza impostare una razionale strategia di pianificazione del cash flow, a partire da un periodico calcolo del capitale operativo (il quale si ottiene dalla differenza tra le attività a breve termine e le passività a breve termine, sottraendo dunque i debiti alla liquidità, alle scorte e ai crediti dell’azienda).

Esistono peraltro delle tecniche consolidate per ottimizzare stabilmente il cash flow aziendale, ovvero:

  • individuare e analizzare rischi d’impresa, analizzando preventivamente ogni possibile scenario
  • velocizzare le attività di recupero crediti
  • evitare conti correnti promiscui: per gestire in modo ottimale il cash flow è necessario separare il conto personale da quello aziendale
  • calcolare il tasso di obsolescenza delle eventuali giacenze e liquidarle prima di svalutazioni eccessive
  • individuare i pagamenti da dilazionare nel tempo in base al flusso di cassa e alle condizioni di fornitura
  • porre l’attenzione principalmente sul cash flow anziché sull’utile: in questo modo non ci si farà cogliere di sorpresa e si imparerà a scegliere clienti maggiormente affidabili e puntuali nei pagamenti

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